©Lu Guang
16Dicembre/19
Approfondimenti

DALI' ATOMICUS

Il dietro le quinte

La riconoscete?

L'avrete sicuramente già vista molte volte. Questa foto iconica di Philippe Halsman si chiama Dalì Atomicus e ritrae il celebre pittore surrealista in un quadro di sospensione eccezionale.

Dalì Atomicus

Oltre ad essere una splendida immagine, vibrante, energica, il lavoro che servì a realizzarla è diventato una storia alquanto curiosa.

Philippe Halsman, un ritrattista attivo verso la metà del XX secolo, aspirava a sollevare il velo che ricopre gli esseri umani, seppur brevemente, per rivelare la vita interiore dei suoi soggetti. Ma catturare la vera essenza di Salvador Dalì si rivelò essere un lavoro un po’ più complicato del previsto. Dalì Atomicus (foto 1) fu un primo esempio di una pratica che Halsman chiamò poi “jumpology”: per riuscire davvero ad entrare nell’intimo dei suoi soggetti, cominciò a chieder loro di saltare (in inglese “to jump”) dopo ogni sessione fotografica. “Quando chiedi ad una persona di saltare – raccontò poi – tutta l’attenzione è concentrata sull’atto di saltare, e così la maschera cade ed ecco che si mostra la persona dietro di essa”.

Prima che Halsman e Dalì si mettessero d’accordo sull’idea dei tre gatti volanti per la fotografia, l’artista spagnolo suggerì di far saltare in aria un’anatra usando della dinamite. Considerati i 26 tentativi che hanno portato alla foto finale, possiamo tranquillamente affermare che l’insistenza di Halsman contro quell’idea iniziale è stata senz’ombra di dubbio la scelta migliore.

Nello scatto, infatti, Dalì appare a mezz’aria, in mezzo a tre gatti volanti, un fiotto d’acqua e alcune suppellettili, anch’esse sospese.


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